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RICHIESTA CHIARIMENTI  CORRISPONDENZA INTERCORSA FRA LA SIG.RA TOSO E L'A.I.R.L.

 

 

Sono una profuga e come tale visito spesso e volentieri il sito,ma con grande rammarico vedo che non è stato mai aggiornato.Sappiamo tutti che il 7 ottobre c’è stata l’Assemblea penso sia il caso di depennarlo, ma chi non ha partecipato non sa nulla chi è stato eletto, chi siano i consiglieri di cosa si è discusso, per vie traverse sono venuta a conoscenza che fra i consiglieri nazionali è stato eletto il sig. Paolo Cason e gli altri chi sono ???
Grazie a un carissimo amico, di cui preferisco non far nome, ho ricevuto in omaggio il libro “Sabbie” è anche qui con grande sorpresa come dicono nel forum de sito “Zeriba” ci sono figli e figliastri, come mai sono stati pubblicati solo alcuni scritti e non tutti forse perché ci sono soci sostenitori, soci ordinari e anche non soci che non versano un euro.
Tengo a precisare che non sono io che ho mosso questa discussione perché i miei scritti non sono stati pubblicati, per cui se avete indizione di indire un altro concorso mi auguro che non cadiate nello stesso errore.
Mi sono fatta portavoce di alcuni profughi che forse non hanno il coraggio di scrivere le proprie opinioni, le mie sono soltanto riflessioni che spero accettiate vi ringrazio e vi auguro buon lavoro.
Renata Toso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cara signora Toso,
> abbiamo ricevuto la Sua mail dove fa delle
> considerazioni su alcuni
> comportamenti dell'AIRL di quest'ultimo mese.
> Rispondo prima sul mancato aggiornamento  del sito:
> in realtà il sito viene
> giornalmente aggiornato, infatti subito dopo il
> Convegno pubblicato
> il Comunicato Stampa fatto il giorno 7, il messaggio
> di Napolitano e tutti
> gli articoli che sono usciti sui giornali riguardo
> al nostro incontro. Il
> resto è pubblicato sul giornale che è in uscita.
> La lista dei Consiglieri non è stata ancora
> pubblicata in quanto aspettiamo
> il prossimo Consiglio Nazionale (il 17 Novembre)
> dove si eleggerà
> l'Esecutivo dell'AIRL e quindi pensiamo che darlo al
> completo sia la cosa
> più giusta; sono passati solo venti giorni
> dall'Assemblea e non creda che
> sia possibile fare tutto così rapidamente. Qui in
> sede siamo in tre a
> lavorare ogni giorno ma spesso tra telefonate,
> lettere e mail a cui
> rispondere manca il tempo per altre cose.
> Comunque i Consiglieri sono in parte quelli di prima
> e ce ne sono alcuni
> nuovi che hanno mandato la loro candidatura visto
> che chiunque volesse dei
> soci poteva inviarla o dirlo addirittura lì al
> momento come è successo per
> la signora La Commare e per la sig.ra Portuese di
> Siracusa che così sono
> entrate a far parte di esso.
> E ora vengo alle sue critiche su figli e figliastri
> su cui non sono
> d'accordo e le spiego le ragioni: in tutti questi
> lunghi 25 anni che ho
> lavorato qui all'AIRL abbiamo sempre ricevuto
> tantissimi scritti sia in
> versi che in prosa dagli associati. Se avessimo
> dovuto accontentare tutti
> credo che il nostro giornale non avrebbe potuto
> parlare di altre cose.
> D'altra parte quello di Sabbie è stato chiaramente
> presentato come un
> concorso dove gli scritti sarebbero stati
> selezionati da una giuria sia
> interna che esterna.
> Abbiamo in seguito deciso di pubblicare su un libro
> gli scritti premiati e a
> quel punto abbiamo ripescato altri dieci racconti e
> altre 10 poesie.
> Se si partecipa ad un concorso si sa bene che non
> sempre ciò che scriviamo
> può essere selezionato, altrimenti che concorso
> sarebbe? Il pensiero però
> che si sospetti che in queste scelte si possa
> privilegiare i soci
> sostenitori rispetto agli altri mi lascia
> stupefatta.
> Cara signora, ho accettato le Sue considerazioni ed
> ho cercato di spiegare
> perchè non le condivido, ciò non toglie che il
> fatto che alcuni rimpatriati
> pensino cose assolutamente non vere mi lascia molto
> amareggiata.
> Maria Laura Ineichen
>

27/10/2006

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Apprendiamo ed abbiamo controllato, che AIRL ha inserito il nostro sito tra i suoi “links” con accanto la seguente dicitura:

 

“coloro che ci criticano, visitatelo”

 

Teniamo a sottolineare che “La Zeriba” vuole solo valorizzare la Storia della collettività italiana di Libia presentandone i successi e di conseguenza criticando aspramente chi ne infanga il buon nome.

 

Non è da ritenersi un buon tripolino chi mette gli uni (gli iscritti AIRL) contro gli altri (chi non lo è), praticando il “dividi et impera” di romana memoria, sempre valido nei regimi dittatoriali.

 

Ebbene, ringraziando i lettori che ci sostengono in questa azione, senza alcun timore chiediamo nuovamente ad AIRL di non tergiversare e di indicarci quali sono state le vere intenzioni e quali i risultati del viaggio a Tripoli (visto che nulla è cambiato) e di spiegarci perché si dovrebbe sperperare denaro pubblico italiano nella ristrutturazione di un Cimitero, (quello di Hammangi!), in cui nessun tripolino potrà mai recarvisi a portare un fiore.

 

 

in  risposta all´articolo apparso su Oasi nr. 3 – anno 2006: Il Cimitero Cristiano di “El Hammangi”

 

 

……..Aiutiamo l´Angelo a ritornare a casa

 

 

…… Aiutiamo l’angelo a risalire …. questo è lo slogan di AIRL dacché si è messa nell’impresa di voler ricostruire una parte di quel che rimane del  cimitero italiano di Tripoli - ormai smantellato - in una terra ancora ostile e preclusa a tutta la collettività (vivente) degli italiani di Libia, eccezion fatta per i vertici AIRL, che sembra possano recarvisi quando vogliono e con chi vogliono!

 

Forse, i tripolini potrebbero anche aiutare a rialzare quell’angelo ma solo se fossero certi che lo si portasse in Italia assieme alle 8.000 salme - che giacciono ancora a Hammangi - come è naturale e ovvio per quanti di noi si ritengono benpensanti!

 

Il problema, è che noi tripolini non riusciamo a comprendere il motivo per cui AIRL si ostini tanto nel voler restaurare in quel di Tripoli, su progetto del suo iscritto, Sillano (non sapevamo ci fosse stato un bando di concorso), un cimitero che Gheddafi ha sempre voluto distruggere e le cui salme avrebbe voluto trasferire ad Ain Zara, in un cimitero più piccolo. Che cosa è subentrato, nel frattempo, tra AIRL (che sostiene ufficialmente di rappresentare la collettività tripolina, ma che nel privato schernisce chi non è iscritto all’Associazione, vedi news) e il governo di Gheddafi? E perché mai dovrebbero essere i tripolini a rimetterci di tasca propria, in un Paese che a distanza di oltre trentasette anni apre le braccia ai soli esponenti AIRL?

 

E poi ancora, perché spendere soldi per ricostruire una parte di Hammangi quando costerebbe molto meno (quasi nulla) traslarli in Italia e sistemarli nei cimiteri dei paesi di origine o nel Sacrario dei Caduti d’Oltremare a Bari assieme agli altri, che ivi (e non a Redipuglia) vennero traslati nel 1972 dal nostro Ministero della Difesa d’intesa con quello degli Esteri, e dove continuano ad arrivare le salme di altri connazionali (civili e militari) provenienti da zone (la Somalia) dove sono perpetrati atti vandalici ai danni dei cimiteri cosi come avvenuto in  quello di Tripoli.

 

Avremmo almeno la possibilità di portarvi un fiore, cosa che oggi ci è preclusa.

 

A suo tempo, ci si espresse a sostegno dell’iniziativa, in questi termini: “…..nell’afflato fraterno dovrebbero poter riposare in un sacrario dell’Italia meridionale dirimpettaia a quella terra di Libia che vide l’olocausto delle loro vite”.

 

 

Ce lo spieghi AIRL!!!

 

 spieghi a tutti noi che non siamo iscritti ma che rappresentiamo la collettività di Tripoli, che AIRL dice di rappresentare, perché mai non dovremmo contestare decisioni adottate sulla base di promesse fatte da un Governo che, dopo averci depredato ed espulso 37 anni fa e dopo aver ridotto Hammangi così come viene descritto dalla stessa AIRL - che adesso lo vuole ristrutturare - ancora non permette a tutti noi - seppur da turisti - l’ingresso in quella che abbiamo sempre considerato la nostra seconda patria.

 

Sarebbe interessante, invece, che AIRL ci spiegasse cosa sia andata a fare a Tripoli, al di là delle promesse e delle riprese panoramiche che ha proposto ad iscritti e non iscritti (quando serve si ricorda anche dei non iscritti!!) sul suo “giornalino” per un intero anno, invitandoci ad abbonarsi!

e.mail. datata e firmata

 

 

Gentile Signora Toso,



abbiamo ricevuto le Sue mail in cui lamenta alcune mancanze nella gestione
dell'Associazione e, in particolare, del sito internet.

Dato che la risposta fornitaLe dalla Signora Maria Laura, secondo me
validissima ed esauriente, non ha fugato i suoi dubbi, Le rispondo
personalmente, essendo colui che cura il sito dell'AIRL, oltre a far parte
della Segreteria e dell'Ufficio Stampa e ad aver contribuito alla
preparazione del Convegno: spero che almeno l'organizzazione di tale evento
sia stata riconosciuta positivamente dai frequentatori del forum di Zeriba.

Il sito viene aggiornato, nella sezione Rassegna Stampa, ogni volta che
compare un articolo degno di nota. Per quanto concerne la parte del Convegno
è stato pubblicato un comunicato stampa in cui si riferiva brevemente il
succo degli interventi delle Autorità intervenute (cosa di cui Lei lamentava
l'assenza), il messaggio del Capo dello Stato e gli articoli apparsi sulla
stampa riguardo l'evento. Inoltre è singolare che La sua attenzione venga
catalizzata da un intervento che, seppur precedente al Convegno, può solo
fornire qualche informazione in più al visitatore non informato: mi era
stato già segnalato questo articolo "dello scandalo" ma Le dico molto
sinceramente che l'ho riletto e ho deciso di lasciarlo sul sito!

Per ciò che concerne invece la lista dei Consiglieri dell'AIRL, la Signora
Maria Laura Le avrà spiegato che ci sono delle pratiche amministrative e
legali da sbrigare prima di rendere nota la nuova lista (e come saprà il
nostro sito internet ha valore istituzionale, non pubblichiamo
"indiscrezioni").

Riallacciandomi a questo però, trovo quantomeno bizzarro che chi non è socio
dell'AIRL si lamenti di non aver modo di conoscere la lista dei suoi
consiglieri o l'organigramma dei volontari che collaborano con essa. I
nostri soci ricevono le copie del giornale in cui trovano tutte (e
sottolineo tutte) le informazioni di cui necessitano sul funzionamento
dell'Associazione,
noi stessi scriviamo articoli su Italiani d'Africa e chiunque dei nostri
associati, in qualsiasi momento può contattarci per mail, telefonare o
venire a vedere di persona come spendiamo il nostro tempo all'interno
dell'AIRL.

Anche chi fosse intenzionato ad iscriversi potrebbe, con le stesse modalità,
ricevere tutte le informazioni di cui ha bisogno.

L'AIRL non è affatto un'Associazione di omertosi ma un posto dove si lavora,
volontariamente, per il bene di migliaia di Tripolini che diversamente non
avrebbero modo di far sentire la propria voce: tutte le voci dei nostri
associati vengono ascoltate e, per quanto possibile, accontentate.

Non accettiamo però accuse da chi non fa parte dell'Associazione o da chi
commenta negativamente, e nell'ombra, l'impegno e il sacrificio di molte
persone.

Un'ultima notazione per il libro "Sabbie". Mi sembra fosse specificato
chiaramente nel regolamento che trattavasi di "concorso letterario": una
giuria, di altissimo livello culturale, si è espressa giudicando le opere
dei partecipanti; una giuria ha scelto i lavori "ripescati". Tutto alla luce
del sole.

Chi fa un concorso letterario (non il solo nostro, tutti) non può pubblicare
tutto ciò che arriva, deve per forza selezionare l'universo di scritti (non
tutti all'altezza) che arrivano.

Spero di essere stato abbastanza esauriente e La pregherei di far sapere a
tutti coloro con cui è a contatto di questo mio intervento, invitandoli a
far presenti le loro eventuali rimostranze direttamente all'Associazione,
evitando così di iniziare una discussione partendo da assunti magari errati.

Cordialmente



Daniele Lombardi

09/11/2006

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gentile sig. Lombardi

Al di lá della buona organizzazione, di cui ad essere
sinceri ai profughi non importa granché, né tantomeno
dei telegrammi di routine (che si fanno generalmente
in qualsiasi apertura di congresso), dopo 30 anni
capirá bene che ci si aspetta fatti piú che
chiacchiere altrimenti non si ha motivo di "esistere".
E anche il servizio stampa (debitamente censurato) se
non é seguito da commenti é perfettamente inutile!
Quanto al vostro lavoro "volontario" nutro i miei piú
seri dubbi!

AIRL sostiene di non dover accettare accuse dai non
iscritti? Allora é vero quello che da tempo noi
italiani di Libia pensiamo di AIRL! E cioè che é una
associazione per pochi eletti, ma che per poter
ricevere finanziamenti e contributi fa comodo avere
come paravento l´intera collettivitá!?!?!?
Voi non potete dire che lavorate "per il bene di
migliaia di profughi" e poi rifiutare di parlare con i
non iscritti.
Bene! le ribadisco che é grazie a tutti noi ventimila
profughi di Libia (iscritti e non iscritti) se voi
esistete e ricevete finanziamenti dallo Stato
nonostante i vostri pochi sostenitori.

Si vergogni, signor Lombardi (un cognome poco
tripolino!), ad esprimersi in questo modo e invece si
chieda perché ci sono sempre meno iscrizioni alla
vostra associazione costretta, ad ogni manifestazione,
a mettere un banchetto per la sua sponsorizzazione!

Lei scrive che AIRL non é una associazione di
omertosi?! Conosce il detto latino che recita:
"excusatio non petita, accusatio manifesta"? peró,
guarda caso, nel vecchio elenco dei consiglieri (vede
a cosa ci serve la lista?) ci sono personaggi dalle
duplici e triplici funzioni: altrove!
Aspetti un poco che glieli elenco:
- Alagna
- Arcangeli
- Barbon (segretaria Ortu e consigliere)
- Barda
- Carucci (autore - ripescato dall´"altissima giuria
culturale"- dell´abominevole poesia)
- Consolandi(anche direttore "Oasi" dei Fratelli
cristiani)
- Ortu (presidente e consigliere)
- Prestopino (vice presidente, consigliere e direttore
"Silfio")
- Sillano (fautore del progetto Hammangi)

E .... mi dica, Signor Lombardi, lei pensa davvero che
tutti gli altri ventimila profughi non siano in grado
di operare a favore della collettivitá dei tripolini o
di fare progetti come quello per Hammangi?

Il concorso "sabbie": so perfettamente che era un
concorso letterario" solo che non ne conosciamo la
giuria di "altissimo livello culturale" (ma erano
letterati? o persone "di prestigio" in tutt'altri
campi?) perché vi siete guardati bene dallo scrivere
le qualifiche dei singoli giurati (alla faccia della
luce del sole) ma .... a giudicare da certe poesie
......avrei non pochi dubbi.
Peró vede, io non contesto neppure quello, sebbene la
cosa sia molto poco chiara. Io contesto la esclusione
di alcune poesie e prose che non avevano vinto ma che
per correttezza meritavano di essere inserite per la
stesura del libro! Tutte dovevano essere incluse non
una esclusa!

Quanto alle rimostranze, Signor Lombardi, grazie a
Dio, vivo ancora in un paese libero dove ognuno
esprime ció che vuole, dove vuole e con chi vuole!
Chiaro il concetto?

Per finire, seguiró il suo consiglio di esporre la sua
lettera e le mie indirizzate ad AIRL su un sito (e
altrove) con i debiti commenti lasciati ai tripolini!

Renata Toso

13/11/2006

 

STOP DELL'ACCORDO CON LA LIBIA PARLA UN PARMIGIANO ESPULSO: "NON MI ILLUDO PIU' DI TORNARE"

 

A ottobre 2004, con l'incontro tra Gheddafi e Berlusconi, sembrava tutto risolto. E invece la Libia Resta ancora proibita per i ventimila italiani cacciati nel 1970, e che lì hanno lasciato trentacinque anni fa la loro casa e la loro storia. lo denuncia con amarezza in questi giorni ed  in alcuni giornali, la presidentessa dell'associazione degli italiani rimpatriati dalla Libia Giovanna Ortu.

Dopo lunga attesa, dunque lo spiraglio di speranza che sembrava aperto si è richiuso. E per molti che sognavano finalmente il ritorno a "casa" è una nuova delusione, E' il caso di Piero Aiuti, "parmigiano" che ha lasciato la Libia ( dove la sua famiglia viveva da tre generazioni) ormai molti anni fa. Che confessa, però, di non aver mai creduto fino in fondo alle bella notizia : "non mi meraviglia che l'accordo sia stato congelato. Sono trent'anni ormai che Gheddafi prende in giro l'Italia. E finché in Libia ci sarà lui non credo proprio che riusciremo a tornare".nessuna  delusione dunque? "questa notizia non è una sorpresa e dunque nemmeno una delusione".dice con voce rassegnata Piero Aiuti. Lui tripolino, classe '41, aveva fatto ritorno in Italia con la moglie e il figlio poco prima del colpo di stato, "perchè avevamo già capito che le cose stavano cambiando".Di lì a poco, infatti, ci fu l'espulsione di tutti gli italiani e la confisca di 1750 abitazioni, 500 esercizi commerciali, 37.000 ettari di terreno, come "risarcimento" per i danni subiti dalla Libia durante la colonizzazione dell'Italia.

"ma io non ho mai mantenuto la mentalità da profugo precisa anche se abbiamo perso tutti i beni della nostra famiglia. Certo, qualcosa ci è stato rimborsato dal governo italiano.Ma ormai è tardi. la vita va avanti, e penso che per noi "espulsi" ormai siano passati troppi anni. Sarà difficile raggiungere un accordo, e io non mi faccio piu' illusioni".La vita a Tripoli Piero Aiuti la ricorda ancora in modo vivido: "ho splendidi ricordi di quel periodo. Mio padre aveva contribuito, insieme  a tanti altri italiani, a strappare sabbia dal deserto e bonificare la terra".Ma chissà, ora, cosa sarà rimasto di tutto questo delle loro case e dei loro giardini. Già nell'ottobre 2004, infatti, Aiuti aveva espresso i suoi timori, quando era arrivata la notizia  che sarebbero potuti tornare: "Temevo di non trovare piu' nulla di quello che ricordavo" Adesso aspetterà ancora e , a quanto dice, continuerà a non farsi troppe illusioni.