R I C O R D I

 

 

Quanti ricordi?, quante persone scomparse nel nulla e poi per incanto o magia riapparse dopo 38 anni di oblio, ma unite da uno stesso amore e da una stessa nostalgia, grazie a te Paolo che sei riuscito con grande abilità e pazienza ha ricomporre il puzzle della nostra infanzia e giovinezza, e anche grazie alle persone che hanno creduto in te . Sfogliando le tue pagine la malinconia, l'amarezza e la felicità mi attanagliano e mi viene solo la voglia di chiudere gli occhi e ricordare, tornare indietro nel tempo per ricordare i colori, i suoni, i profumi della nostra "Africa". La nostra amata  e anche odiata terra Terra dai due cuori uno di sabbia e uno di pietra: di sabbia con le sue dune, il suo deserto il suo ghibli, uno di pietra con le sue splendide rovine che  fanno da sfondo al nostro mare, Lepist Magna, Sabratha, Cirene Apollonia. Ecco come per incanto mi ritrovo seduta su di una panchina del bellissimo  lungomare, alla mia destra l'ovale fontana con la gazzella, di  fronte il porto con l'andirivieni delle navi e alla mia sinistra il castello con l'arco di Marco Aurelio e l'entrata nella città vecchia: Suk el Muschir. Quanti rumori,  il percuotere monotono dei martelletti  sui piatti d'argento e di rame sotto lo sguardo attento del maestro Guido Angelini, i venditori di spezie e di tappeti , le radio accese a tutto volume che trasmettono musica araba. Respiro l'aria di salsedine, sento gli odori esotici di menta, noccioline tostate,mischiati al profumo dei gelsomini in fiore sul lungomare e dei boughenville dai  mille colori dal rosso scarlatto al viola all'arancione Mi viene sete e fame cosa faccio? Si, di fronte a me c'è ancora il baracchino di Mohamed che vende noccioline americane, pistacchi,semi di zucca, ceci, panini con tonno harissa e giardiniera e naturalmente non mancano le bottiglie di Kitty cola e pepsi cola e anche qualche birra. All'improvviso si siede sulla mia stessa panchina Marisa mia compagna di scuola: "cosa fai qui"? le chiedo: sono venuta a trovarti e aiutarti a ricordare,  allora chiudi gli occhi  e torniamo bambine. Abitavamo a città Giardino, andavamo a scuola dalle suore, mio  fratello dai fratelli Cristiani, e ogni mattina salivo in canna sulla sua bici,  mi accompagnava a scuola per poi venirmi a riprendere alla fine delle lezioni. Qualche pomeriggio si ritornava a scuola dalle suore per frequentare l'azione cattolica e la dottrina in preparazione alla prima Comunione. Il primo ricordo di quel periodo va al negozio di giocattoli di "Nicola", quanti di noi ogni volta che si andava in centro ci si fermava con il nasino incollato alla vetrina, ad ammirare tutte quelle meraviglie: i trenini , i palloncini, le bambole, gli orsacchiotti  ma dovevamo aspettare con ansia Gesù Bambino che portava i doni a tutti i bimbi buoni. Così si attendeva il Natale splendente di luci  anche perchè il 24 dicembre  la città era illuminata per l'anniversario dell’indipendenza. La domenica nella nostra piccola comunità era giorno di festa, ci si ritrovava tutti alla messa in Cattedrale o nella chiesa di San Francesco alla Dara, e all'uscita i nostri genitori si mettevano a parlare o di lavoro o sulle ultime novità, qualche volta mio papà  mi portava alla pasticceria "Campi" per prendere un vassoio di paste e i famosi cannoli siciliani. La domenica delle Palme si usciva tutti di chiesa con le foglie di palma intrecciate e benedette, sembrava di essere ritornati ai tempi dell'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. Bene Marisa adesso che siamo cresciute  cosa vuoi ricordare sono tanti dolci e tristi i ricordi cara Maria Renata, amica di infanzia e di giovinezza. Tu sei rimasta a Tripoli solo fino alla prima media perchè non volevi studiare l'arabo con il mitico professore Taleb Benfitis, ti ritrovavi ogni giorno o dietro la lavagna o fuori dalla porta  dell'aula. Ricordi quando gli hai messo la polvere da grattare nel baraccano o con la gomma americana (mastica) gli facevi in faccia le bolle. Il nostro cartolaio Magiar dove si andava a comprare penne matite, e ordinare anche i libri di  scuola  Che mitici i nostri astucci di legno! quella volta li trovavi per poche sterline  adesso li trovi nei negozi  di roba vecchia e antiquariato , ma li devi pagare anche cari  . Tornavamo a casa a piedi percorrevamo sciara Mizran, Corso Vittorio fino al Palazzo reale per poi giungere a città giardino, e quante volte durante il nostro percorso ci fermavamo da Girus o Bascetta a prenderci un bel cono gelato. Maria Renata eri una carissima amica ma vivacissima e ostinata. Visto che non volevi studiare l'arabo e in prima media sei stata bocciata i tuoi genitori ti hanno mandato a proseguire gli studi in Italia Nonostante ciò siamo rimaste sempre amiche e l'estate  e durante le feste tornavi sempre a casa. Si non vedevo l'ora di ritornare nella mia terra, fra i miei amici e nella mia casa.  Marisa sai purtroppo non si rimane sempre bambine, intanto crescevamo,e ognuna di noi aveva le sue simpatie, le sue amicizie particolari, conosciute magari facendo la vasca sul Corso Vittorio, o al mare nei vari club. Come i il mio primo amore biondino con grandi occhi azzurri o verdi, ma nascosti da  grandi occhiali di plastica, come si usava quella volta:  una storiella importante ma breve purtroppo ,  è vero che il primo amore non si dimentica...... se mi sveglio e ci ripenso il ricordo si fa vivo e la curiosità tanta. Mi domando  chissà dov'è dove vive? cosa fa? e si ricorda ancora di me?, sono tutti interrogativi  che non hanno riposta purtroppo. Sarebbe troppo bello sapere allora veramente il sogno diventerebbe realtà allora è meglio richiudere gli occhi e tornare al passato. Crescendo i nostri interessi diventavano altri, frequentavamo compagnie diverse, ma visto che abitavamo vicine e nella stessa zona si sentivamo spesso. Tu ti eri diplomata e pure io, terminata la scuola, sono ritornata definitivamente a Tripoli a malincuore perchè molti miei affetti erano in Italia, ma la mia famiglia era lì. Nuovamente a casa ho trovato lavoro e la mia vita trascorreva tranquilla. Nessuno della nostra comunità sia giovani che anziani avrebbe mai immaginato che di punto in bianco, avremmo dovuto lasciare la nostra terra, le nostre case, i nostri interessi, perchè ci avrebbero cacciato via. Non riuscirò mai a dimenticare quel giorno e la sua tristezza. È il 1°settembre mi alzo di buon ora come tutte le mattine per recarmi al lavoro, per raggiungere l'ufficio dovevo attraversare tutta la città, fino alla zona del porto. Come arrivo davanti al palazzo reale vedo una gran confusione di camionette della polizia e militari armati sia in divisa che in borghese . Ho capito subito che deve essere successo qualcosa di grave e serio. La paura è tanta cosa faccio? Mentre mi guardo attorno molto perplessa si avvicina un poliziotto in borghese che mi aveva riconosciuta e mi riaccompagna  a casa spiegandomi l'accaduto. Non so come tu Marisa hai vissuto quell'esperienza: purtroppo in quel periodo ci eravamo perse di vista Ma di sicuro da quell'evento la nostra vita e quella dei nostri genitori diventò un incubo. A causa del coprifuoco i primi giorni si poteva uscire solo per poter prendere le provviste per sopravvivere poi hanno esteso il permesso d'uscita tutto il giorno, ma la sera dovevamo stare rintanati nelle nostre. Si viveva con la paura che un giorno o l'altro ci avrebbero cacciato, non tanto noi, quanto i nostri genitori, ormai la loro vita era lì,i loro interessi, la loro fatica, sul volto di mio papà vedevo solo preoccupazione e tanta tristezza. Purtroppo la paura è diventata realtà cara amica mia e ognuno di noi ,lasciando la nostra amata Tripoli, si è perso per l'Italia. Speriamo un giorno di ritornare, sederci nuovamente su questa panchina senza sognare e rivedere dal vivo tutti i colori,i suoni de luoghi dove abbiamo  vissuto, giocato e amato. Ciao carissima  Marisa svegliamoci e torniamo alla nostra realtà, ciao Paolo e grazie del dono che ci hai dato

Maria Renata Toso

 

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